Dalla ‘bionda’ all’ambrata: le continue esperienze della birra

Bionde, brune, ambrate o vintage. Riscaldano in tempi rigidi come questi. Si bevono sempre. Idee nuove, e tradizioni consolidate. In Mugello le birre sono una presenza fissa. La birra contiene esperienze e colori. Chi la produce artigianalmente, deve prestare la massima attenzione anche alla filiera con cui la realizza. C’è chi preferisce berla in bottiglia e c’è chi chiede sempre quella alla spina, purché sia gelata, intensa e realmente artigianale. Da novità assoluta a una certezza dell’innovazione, la birra veniva chiamata dagli antichi Egizi “pane liquido” e gli etruschi furono i primi a fabbricarla in Italia. La birra mugellana è l’incontro tra prodotti nostrani come il marrone del Mugello IGP e il farro biologico. Liquida, genuina e poco gasata, non filtrata e non pastorizzata, senza aggiunta di additivi conservanti e stabilizzanti. Prendete per esempio la birra ambrata della Storica Fattoria Palagiaccio: la Milkale. È una birra artigianale non pastorizzata rifermentata in bottiglia prodotta con malto, farro biologico, miele di castagno, luppolo e una piccola percentuale di latte delle mucche della Storica Fattoria Palagiaccio. Ha una schiuma bianca pannosa corposa e persistente che ricorda il latte, si presenta limpida di colore rosso-ambrato chiaro, in bocca è morbida e cremosa con note di caramello di canna ed è di lunga persistenza. Ottima abbinata a formaggi stagionati, formaggi erborinati, salumi e primi piatti. Ingredienti? Cream Ale con lattosio e latte. Una gradazione del 6% vol. La conservazione deve essere tra 0-4 °C in luogo fresco asciutto. Per creare un buon prodotto è necessario interpretare in modo giusto buone materie prime. E oltre alla qualità delle materie e al talento occorre passione.