
18 Nov Mugello – Cresce la voglia di cibo vegetariano
Prima informazione: entro il 2050 saranno 30 milioni i vegetariani in Italia. Seconda informazione: la maggior parte dei vegetariani esclude le proteine animali per ragioni legate a benessere e salute. Terza informazione: nel 2021 ben 2 italiani su 3 (67%) hanno scelto di ridurre il consumo di carne e di pesce per ridurre il proprio impatto sull’ambiente (28%). Quarta informazione: il 1° ottobre è la Giornata Mondiale dei Vegetariani (negli anni Settanta è stato deciso di istituire un giorno in cui riflettere e parlare dei benefici della dieta vegetariana). Sempre più vegetariani a tavola, dunque. Così avviene in Mugello, in molti ristoranti come all’Osteria del Galletto di Borgo San Lorenzo, si presentano piatti vegetariani. I motivi dunque che spingono alla rinuncia della carne sono di diversa natura. Esistono infatti motivi etici, religiosi, filosofici, ma soprattutto salutistici. Le diete vegetariane sono salutari, complete a livello nutrizionale e contribuiscono ad abbattere i rischi delle cosiddette patologie del benessere, come cardiopatie e colesterolemia. Nella popolazione femminile la salute (come ragione di scelta per diventare vegetariano) è al secondo posto (28,2%) e prevale il rispetto per gli animali (66,7%). Il vegetarismo comunque è una scelta giovane, che riguarda soprattutto la fascia tra i 25 e 34 anni. Però sono in molti a essere convinti che una dieta a base di frutta e verdura porti principalmente grandi benefici alla salute. C’è chi spiega come un piatto vegetariano possa aumentare l’apporto di vitamine e possa così prevenire l’organismo da diverse malattie cardiovascolari e anche dai tumori (come ad esempio quello al colon). La medicina ufficiale consiglia di limitare il consumo di grassi saturi di origine animale. Alcuni nutrizionisti poi, ritengono la dieta verde un eccellente rimedio contro i problemi di sovrappeso, che colpiscono anche i bambini in fascia d’età molto piccola. Secondo alcuni dati pubblicati, si rivela una forte crescita della sensibilità al problema della sostenibilità e degli allevamenti intensivi. Ogni italiano consuma mediamente 92 chilogrammi di carne all’anno. È uno studio che analizza i consumi non solo degli italiani, ma anche europei o in altri continenti. Oltre alla deforestazione nel mondo, gli allevamenti intensivi causano danni all’atmosfera, tanto che alcuni paesi come Nuova Zelanda e Inghilterra hanno emanato specifiche leggi sulle emissioni prodotte dai bovini. Così chi sceglie di diventare vegetariano lo fa per rispettare l’ambiente: recenti statistiche dimostrano che circa il 18% delle emissioni di anidride carbonica e dei gas serra (una percentuale maggiore delle emissioni provocate dal trasporto su gomma in tutto il mondo) proviene dagli allevamenti di bestiame, e si forma durante il processo di ruminazione dei bovini. Per l’alimentazione dei bovini da carne sono necessarie sempre maggiori aree destinate al pascolo, che vengono strappate alle aree boschive e ai terreni che potrebbero essere destinati alla coltivazione di cereali o ortaggi per il consumo umano. Si calcola che circa il cinquanta per cento della produzione cerealicola mondiale sia destinata al consumo animale. Se la maggior parte della popolazione mondiale diventasse vegetariana e si destinassero i terreni adibiti al pascolo alla produzione alimentare umana, si potrebbero sfamare undici miliardi di persone.