Mugello – La caccia: storia, sicurezza e focus sul cinghiale

“Settembre è un mese perfetto per ricominciare”. Finisce l’abitudine degli sport all’aria aperta. Nuotare in mare, i tuffi. Trekking, mountain-bike. Estate bye bye, arriva la routine scuola&ufficio. Ma il mese di settembre, in fondo, anche secondo uno dei giovani cantantautori romani, Flavio Pardini in arte Gazzelle, “è un mese perfetto per ricominciare. Ma è tutto più bello se lo vedi da qui”. Ecco, uno dei luoghi indicati può essere il Mugello. Perché settembre è il mese della caccia. Che poi la caccia non è uno sport, piuttosto è passione, amore. Tant’è che non ci si alza a notte ancora fonda per sport. Può accadere, ma ciò che ti spinge a farlo è un fatto personale. Nella caccia no, la passione lotta con l’adrenalina per conquistarsi il primato delle virtù. L’attività venatoria in Mugello è una tradizione che unisce ceti sociali diversi, età diverse, uomini e perfino donne. Una tradizione tramandata dai nostri Padri, quella faticosa e difficile carniere, fatta di sudore, camminate inarrestabili, attese sotto la pioggia o con temperature rigide che mettono a dura prova lo stato psico-fisico del cacciatore. Si potrebbe definire che il bravo cacciatore non sia quello impaziente, ma chi non ha fretta e sa attendere il momento favorevole per catturare la sua preda. Una formazione al sacrificio, al saper attendere. Così le sfumature del “foliage” in questi paesaggi si preparano ad ospitare la poesia e la magia della caccia. In queste pagine proveremo a raccontarvi la caccia dei cacciatori mugellani, quelli con la ‘c’ maiuscola, e non sparatori. STORIA La caccia inizia con la nascita dell’uomo. Sin dai primordi della storia dell’umanità la caccia è apparsa come una pratica legata alla provvista del cibo e della difesa dalle belve feroci, una connessione all’istinto di conservazione e di sopravvivenza. Poi nel tempo il fine si è evoluto, colorandosi di aspetti simbolici e culturali. Ma il fattore istintuale legato alla sua origine è rimasto impresso indelebilmente nella natura umana. Anche sociale. Perché la caccia favorisce lo spirito di aggregazione, è un’occasione di incontro e di scambio con altri appassionati. Il Mugello offre loro degli spazi intimi densi di immagini, suoni, odori e sapori. Non si può dimenticare il rapporto tra un cacciatore e il proprio cane, in questi ambiti sono accentuate le razze da caccia, il risultato finale dipende anche dalla qualità della relazione tra un cane e il proprio padrone. SICUREZZA C’è chi afferma che la caccia non sia più pericolosa di altre attività all’aria aperta. Ma è indubbio che maneggiare un’arma comporti rischi e necessità di grande attenzione, oltre che di conoscenze e nozioni tecniche. La legge 157/92 all’articolo 21 spiega e fissa le limitazioni e le distanze da tenere durante l’esercizio venatorio. È fondamentale la prudenza. Nella caccia di selezione si avranno meno rischi che in una braccata al cinghiale, così come nella caccia in botte alle anatre ce ne saranno meno che in una battuta alla lepre. Il tiro da posizione fissa, che permette di conoscere in anticipo il territorio circostante, il tipo di bersaglio sono tutti elementi che diminuiscono drasticamente le probabilità di un incidente, ma non per questo bisogna peccare in eccesso di confidenza. CINGHIALE Indro Montanelli scriveva: “Il vero cacciatore ama gli animali a cui dà la caccia, forse anche perché li considera complici di questo gioco in cui ritrova la sua origine esistenziale. Non spara, per esempio, sul bersaglio fermo: lo considera sleale”. Il fascino della sfida al cinghiale è rimasto tale. La tracciatura è un’arte fondamentale. La capacità di individuare il passaggio e la presenza di un cinghiale, con il proprio cane o analizzando i dettagli che il terreno ci lascia. La carne del cinghiale in Toscana è offerta nei menù di tanti ristoranti. Il cinghiale piace, la sua è una carne magra, il suo sugo in abbinamento alla pasta fresca è uno dei simboli della più autentica tradizione gastronomica. In Toscana la popolazione di cinghiale è stata contaminata con l’introduzione a scopo venatorio di esemplari provenienti dall’Ungheria, poi meticciati con le popolazioni autoctone. Vi sarà capitato di passare per Borgo San Lorenzo, partendo dalla nuova rotonda dedicata a Vieri Chini e prendere viale Kennedy. Molte volte i cinghiali camminano su strada e poi attraversano i campi, quasi parallelamente ai binari della stazione Rimorelli. Questo perché i cinghiali non esitano a lasciare nottetempo la copertura boschiva e si avventurano nelle piantagioni, dove fanno incetta dei prodotti coltivati ma devastano anche il terreno con il loro scavo, provocando danni ingenti. Il 2022 è un anno ancor più particolare, la siccità ha costretto cinghiali e ungulati a spingersi nelle aziende agricole e persino nei centri abitati per ricercare cibo. Il cinghiale è un animale con una spiccata intelligenza e un sistema sensoriale molto ben sviluppato. Il cacciatore deve cercare di anticiparlo nei suoi movimenti. Un consiglio? Appena si avvista il cinghiale non bisogna avere fretta di sparare.

È preferibile scegliere un terreno di colore chiaro, uno dei migliori appostamenti è dove è presente la neve o l’erba secca. Ma non sottovalutate gli alberi da frutto come quercia, faggio, prugno e melo selvatico: faranno da esca. I cinghiali hanno un sistema sensoriale molto attivo, riescono a riconoscere anche lo struscio del vostro abbigliamento. Infine per la caccia al cinghiale un dettaglio da tenere conto è la scelta del segugio. Siate pronti a vivere battute emozionanti e proficue. Settembre è un mese perfetto per ricominciare.