
15 Giu Storie di delitti e di…tortelli in terra di Toscana
L’origine della ricetta del tortello risale al 1550
Il Mugello è un vasto territorio tra gli Appennini e Firenze. Nel medioevo fu dominato dai Conti Guidi e dagli Ubaldini che vi edificarano ville e castelli. Molti ne distrusse la Repubblica fiorentina che cacciò gli antichi feudatari e vi fondò Scarperia che fu capoluogo della vallata fino all’800.
Oggi il Mugello è famoso per i suoi tortelli. Tortelli di pasta sfoglia con il ripieno di patate, arricchito con forti aromi d’aglio e prezzemolo e conditi con sughi di carne o di funghi o d’anatra, sono il piatto tipico della vallata specie delle zone a ridosso del crinale dell’Appennino. Ma chi fu il creatore di questa semplice ricetta e a quando risale la sua origine?
Se è impossibile dare un nome al suo inventore si può invece esser certi che nel 1550, quando Signore di Firenze e della Toscana era il Duca Cosimo de’ Medici, i mugellani mangiavano, apprezzavano e… andavano fieri dei loro tortelli.
E’ una sentenza del Vicario del Mugello Simone di Francesco Guiducci a fornircene la prova inconfutabile. Simone Guiducci, di nobile famiglia fiorentina, risiede a Scarperia dal 28 febbraio all’8 settembre 1551 con il titolo di Vicario per rappresentare Firenze e i Medici e amministrare la giustizia in un vasto territorio che andava dagli Appennini alle mura della città del giglio. In quei sei mesi Messer Guiducci pronunciò 150 sentenze per assolvere o condannare oltre 300 mugellani imputati dei più disparati reati.
Il 13 giugno del 1551, nella sala delle udienze del Palazzo, comparvero dinanzi al Vicario, Monna Lena moglie di Giuliano di Bartolino e Monna Betta moglie di Marco Pananti entrambe del Castello di Pulicciano, accusate di essersi ingiuriate e accapigliate. Come si svolsero i fatti ce lo racconta il notaio Romolo Calvati de’ Calvatis da Galeata nel verbale del processo. “Addì 28 maggio 1551, essendo festa, il popolo di Ronta e Pulicciano ebbe giochi e banchetto con grande partecipazione anche di forestieri. Dopo l’ora di vespero, essendo Monna Lena nel prato davanti alla Chiesa di Pulicciano disse a Monna Betta: “I’ mio marito mangiò cento e cinquanta tortelli”. E Monna Betta di rimando: “E i’ mio più di dugento”. Non è vero perché non l’ho visto”. “E tu sei una vaccha e il tuo marito gli è un beccho”.
Detta Monna Lena havendo all’hora in mano un sasso gliene battè sul viso alla detta Monna Betta e questa ebbe perforazione di carne ed effusione di sangue.
Monna Lena per aver voluto difendere l’onore suo e di suo marito senza cedere di un solo…tortello, fu condannata da Messer Guiducci a pagare due scudi d’oro.